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domenica 13 gennaio 2013

Il desiderio di conoscenza dell’uomo

 Il desiderio di conoscenza dell’uomo a cura di Isabella Marrocco

Da sempre l’uomo si è chiesto quale fosse il senso del proprio "essere" e ha cercato di capire il mondo che lo circondava. L’uomo, da sempre è dotato di una particolare arma, infallibile: il desiderio di conoscenza.
Ci sono stati numerosi filosofi e artisti che hanno parlato e hanno analizzato questa curiosa propensione dell’uomo di conoscere che lo differisce dagli animali.
Per esempio Aristotele era certo che tutti gli uomini tendono, per loro natura, alla conoscenza, alla scoperta di un qualcosa di nuovo, prima di allora ignoto.
Inoltre Aristotele sosteneva che questo desiderio fosse alla base della filosofia.
Ma colui che espresse per la prima volta in assoluto lo stretto rapporto tra essere e conoscere fu Immanuel Kant, un filosofo ed uno dei più importanti esponenti dell'Illuminismo tedesco. Secondo quest’ultimo la natura umana è alla base della conoscenza. Allo stesso tempo, Kant, mise in risalto la tenacia dell’uomo nel volersi, il più delle volte, spingersi aldilà delle proprie possibilità, ed è proprio questo desiderio che è insito nel suo stesso intelletto.
Mentre per Cartesio la nostra attività di essere pensante è l’unica cosa che ci da la certezza della nostra esistenza, poiché si può dubitare di tutto ma non del dubbio stesso, quindi del pensiero. Infatti è proprio Cartesio a pronunciare la celeberrima frase <Penso dunque sono!>. Ma è con Dante che la figura di Ulisse diventa simbolo della ricerca del sapere, attitudine che Aristotele riteneva propria del’uomo, di quella smania cioè dio aprirsi sempre a nuove rotte spostando di continuo i traguardi del proprio viaggio verso mete sconosciute. Quello del conoscere, visto non solo da questi grandi filosofi ma anche e soprattutto da noi giovani, è un desiderio inappagabile e insopprimibile.

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