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Politica


   Un grido di aiuto…… alla “polis”…. considerazioni  di un cittadino  parte 1  a cura di Natale Capodiferro
L'addioDiBerlusconiSale con forza la richiesta da parte di tutte le componenti della società nazionali e di quelle internazionali, politiche-economiche-finanziarie-imprenditoriali-industriali-sindacali–ecclesiali-sociali, di “muoversi”,  di “far presto”, di agire al “di sopra” delle proprie posizioni da parte della politica in riferimento a quella che può dirsi la settimana( 7/13 Novembre) più preoccupante per la situazione economica in Italia.  
Anche la gente comune , il popolo, attenta al proprio risparmio e alle possibilità di “vita”, chiede a gran forza un cambio di direzione delle componenti politiche rispetto agli assunti politico-elettorali a cui, per dire la verità, ancora qualche politico fa riferimento.
Considerato che ormai la nostra nazione con lo spread Btp-Bund altissimo , l’altalenante, verso il basso delle quotazioni della Borsa italiana e l’enorme debito pubblico, stimato a Giugno 1900 Miliardi di Euro, e che, in conseguenza di ciò, non essendoci all’oggi la certezza del pagamento del debito stesso, sarebbe di gran lunga importantissimo, anche se non venissero condivise alcune scelte, di avere una posizione comune mettendo da parte pregiudizi ideologici(o presunti tali) e proprie ragioni per il bene del popolo Italiano. Diversamente ci troveremmo ad un guado insicuro, soprattutto per  questo pagherebbero le generazioni a venire, quelle dei nostri figli.
Le speculazioni internazionali sui titoli di stato italiano soprattutto, sull’economia e sulle banche non ci lasciano alcuna mezza misura circa la direzione da intraprendere al fine della bonifica del sistema “economia” dell’Italia, la quale a dir il vero, dovrebbe essere  lungimirante e strutturale, lo capiamo anche noi che di economia ne mastichiamo poco e siamo fuori dai giochi politici.
L’enorme debito pubblico accumulato sin dagli anni ’70-’80 ad oggi dovrebbe, in verità, far molto riflettere sulle reali possibilità economiche attuali e future, anche se alcuni indici risultano di gran lunga migliori di altre nazioni europee e non solo. Se si  pensa che non potremo avere accesso al debito e non essere ammessi ai mercati globalizzati e col il rischio di uscire anche dall’Euro, allora potrà esser chiaro con tutta evidenza la drammaticità che questa settimana ha portato e i dati negativi con essa.
Ma quali sono in sintesi le cause che hanno determinato  il quasi “default” dell’Italia che da agosto sino ad oggi  e soprattutto in quest’ultima settimana  hanno determinato la perdita di certo grave della finanza a tutti i livelli. E, sarebbe stato mai possibile che la nostra piccola penisola laboriosa per questo sia stata, di fatto, commissariata dall’UE e dall’FMI, se non avessimo un po’ tutti ceduto in una parte delle nostre posizioni e convincimenti ideologici o sociali.  
Se Polis, significa “amministrare tramite la partecipazione dei cittadini il governo della città” e se Repubblica, tradotto dal latino res pubblica, significa “cosa pubblica”, allora  la politica avrebbe dovuto tener conto del gravissimo equilibrio economico del nostro paese con il suo alto debito, del fatto che la crescita è praticamente uguale a zero da parecchi mesi, che la maggiorparte delle  famiglie non arriva a fine mese, che la risultante percentuale dei precari e disoccupati aumenta in linea retta, che la scuola è divenuta con la presunta riforma Gelmini solo produttrice di riduzione della spesa pubblica e non di cultura, che le imprese non abbiano più l’accesso al credito nonostante che le Banche siano state aiutate, che non ci sia più tutela dei lavoratori e tra quest’ultimi anche quelli pubblici, che la classe media si è praticamente dissolta con un impoverimento  progressivo e continuo, che non ci sia potere di acquisto, che le nostre migliori testimonianze storiche-archeologiche si stiano praticamente disgregandosi nel nulla, i costi della politica, i prodotti assicurati avariati delle banche che ci hanno propinato, anche le Poste nel caso Lehman, ed ancora ancora e nemmeno la degradazione sotto la “A” degli istituti di controllo economico-finanziario  ha potuto nulla. 
L’inquietudine ha regnato grazie ad una politica assente e qualche volta di parte che non è certo un altro dato esaltante visto la delusione che imperversa a 360 gradi di tutti noi elettori verso i politici , soprattutto di quel 30-40%  che si astiene completamente.
L’immobilismo politico o quasi mostrato in questi ultimi anni verso le riforme di struttura hanno determinato   un quadro desolante e impoverito di un paese che subisce solo aumenti, sarebbe meglio dire tasse, lo dimostrano accise e iva, che gravano purtroppo solo sull’ultimo utente, il quale, inerme rispetto a quelli che il gran debito hanno determinato, deve ancora subire probabilmente un ulteriore carico di tasse per recuperarlo con “lacrime e sangue” per “rimontarlo” come oggi si legge sulla quasi totalità della stampa oggettiva.
Eppure ciò era stato annunciato dai tecnici specifici del settore e dall’opinione pubblica, eppure sono state eseguite parecchie manovre finanziare, volatilizzate al momento della loro approvazione, eppure la speculazione ha potuto continuare  imperterrita con le Lobbies, le Banche, i Fondi Internazionali privati che danno credito monetario alle nazioni, i Poteri forti nascosti, che sono accusati, da parte di alcuni, di tale situazione.
 Al momento rimbocchiamoci le maniche, ridiventiamo operosi,  e creiamo cultura a cominciare dalla scuola, così dimenticata nella sua funzione primaria. 


Un grido di aiuto…… alla “polis”…. considerazioni  di un cittadino  parte 2
Più che un grido ...  aquesto punto... un allarme ....  a cura di Natale Capodiferro e  Rita Fabozzi


Il saliscendi di spread e titoli di borsa europei e soprattutto italiani, in questo periodo, sembrano procaci listini di menù con prezzi bassi e alti che si invertono a seconda del tipo dei “locali” e, sono, ormai, nella memoria collettiva divenuti parte della nostra quotidianità. In modo ironico gli italiani stanno sperimentando, loro malgrado, un'altra forma di passione, fugace e tenebrosa, che in entrambi i casi si cinge  di ambiguità e senso di impotenza, un po’ come ciò che provavano nel periodo medievale al solo sentire il termine di "horror vacui", termine longobardo, degno della suspense di un  libro giallo di Hitchcock.
La delusione e la frustrazione di essere impotenti ci attanaglia, e sì dipendesse da noi faremmo di più di ciò che già facciamo per recuperare una situazione pregressa, lavoreremmo tutta la notte magari.
Dunque paura dell'assenza, paura del non-conosciuto, paura del fatto che qualunque cosa possiamo fare sia inutile e, che perdura giorno dopo giorno brancolando nel buio più assoluto.
Possibile mai che tutto si muove anche se facciamo le stesse cose, lo stesso lavoro, nella stessa quotidianità domestica e professionale e, che mentre siamo così lineari, come nei pagamenti delle tasse, qualcuno-qualcosa possa toglierci la nostra micro economia senza che abbia  per fatto noi nulla e che pretenda il compenso? Eh sì, questo pensa -tacitamente- il cittadino che, contemporaneamente e, nello stesso modo, avoca a se la non responsabilità del "malefico" debito sovrano contratto! 
Forse però dimentica che il "malefico" è il prodotto di politiche sociali, economiche, industriali, scolastiche e di welfare che per essere attuate-per noi- hanno avuto bisogno di accedere al "debito" con le conseguenze che stiamo osservando da attendi riguardanti passivi e, diversamente dagli attenti cittadini giapponesi il cui debito hanno sostenuto personalmente.
Che fosse necessario ricorrervi è indubbio, che fosse stato sottovalutato è un dato che costa ad ogni italiano circa € 36.000,00(dagli anni 80-90 ad oggi), bambini , anziani e casalinghe compresi.
Che si fosse compreso quanto la politica sprechi il denaro pubblico,  per i loro stipendi , provvigioni e privilegi e  per il finanziamento ai partiti, oggi illegale poiché col referendum  abrogato, che si pratica sotto falso nome, è senz'altro sotto gli occhi di tutti.
Che ci fossero delle persone che l'avessero previsto questo finale kafkiano non vi è dubbio alcuno. Ma allora perché non avvisarci per tempo e fermarci magari. E perché  versare quella somma, cosa strana,  nella stessa misura, come se uno stipendio da € 1.300,00 fosse l'equivalente di uno da € 500.000,00 mensili.
I dubbi sono molti, quelli che si professano oggi come " lo sapevamo", "l'avevamo detto" dove erano e dove erano le banche quando vendevano prodotti, cosiddetti “derivati”, ai cittadini ignari e, per le quali abbiamo anche dovuto integrare milioni e milioni di euro affinché potessero dare liquidità e credito alle aziende, che loro malgrado sono costrette a chiedere poiché le banche stesse non coprono più i finanziamenti.  
E questi "luminari tecnici" che dovrebbero guidarci nella risoluzione della crisi erano anche loro ignari di ciò che stava avvenendo.
E come è possibile che un dirigente pubblico possa mai prendere in tre anni 16 Milioni di Euro............ e con quali competenze visto che le aziende pubbliche e private sono quasi tutte in perdita. E non parliamo delle pensioni….saranno guai … soprattutto per la  middle class e i più poveri come vedremo.

Vediamo in pillole nella seconda tornata gli avvenimenti economico-finanziari più importanti accaduti con l’attenta Rita Fabozzi dell 3^ OIT:
12/11/11
3,3 miliardi di ore di cassa integrazione per 500000 lavoratori dal 2008 fino ad oggi.
13/11/11
La produzione industriale a settembre segna un -2%.
14/11/11
Lo spread sale a quota 500 punti e aumenta sempre di più la differenza tra BOT italiani e BUND tedeschi.
Fiat: dal 23 novembre stop produzione auto a Termini Imerese.
Il vicepresidente della Commissione Europea Rehn dichiara: serve un nuovo governo per l’Italia, la diagnosi UE non cambia.
15/11/11
Spread BTP- BUND a 530 punti dopo alti e bassi.
Milano torna negativa, male Unicredit con -4%
Bankitalia: si abbassa il debito pubblico, salgono le entrate.
Istat: le esportazioni salgono del 2% mentre le importazioni scendono dell’1,3%
16/11/11
Mario Monti è il nuovo Presidente del Consiglio italiano.
17/11/11
Messaggio della cancelliera tedesca Merkel a Monti: “Caro Mario, l’Eurozona conta su di lei”.
Il ritorno dell’Ici e tasse più alte per chi possiede più immobili, se ne discuterà in Parlamento.
18/11/11
Subito imposte sulla casa. Possibile manovra finanziaria da 11 miliardi di euro.
19/11/11
Lo spread scende intorno ai 467 punti.
20/11/11
Eurobond, Bruxelles stringe i tempi.
21/11/11
Borse Unione Europea in rosso, Milano maglia nera con una perdita superiore al 4%.
UE: la Banca Centrale Europea sia stabilità a prezzi e finanze.
Confesercenti: l’usura costringe a chiudere 50 aziende al giorno.
22/11/11
Borse UE negative, la peggiore è Milano con -1,54%.
23/11/11
Calano ordini industria italiana, -9,2%.
Borse UE in forte calo, Milano perde il 2,59%
24/11/11
Sarkozy: da me e Merkel fiducia a Monti.
Fiat, oggi chiusura Termini Imerese.
25/11/11
Spread vicino ai 500 punti.
BOT a 6 mesi, rendimento a 6,5%.
Vendite al dettaglio a settembre a -1,6%.
26/11/11
New York Times: maggiori banche vedono la fine dell’area euro.
Codacons: le spese di Natale verranno a costare a ogni famiglia 220 euro in più.
27/11/11
Cgia: 20 manovre in 12 anni per 576 miliardi di euro.
28/11/11
Il Pil della Gran Bretagna aumenta solo dello 0,9%.
29/11/11
Asta BTP, rendimento vola a 7,89%.
Spread BTP-BUND sotto quota 500 punti.
30/11/11
Corrono borse europee, Milano MIB segna un +4,38%.
Disoccupazione, a ottobre è salita all’8,5%.
01/12/11
Il Ministro per lo Sviluppo, Passera, afferma: “Rischiamo di entrare in recessione”.
Spread chiude a 447,3 punti.
02/12/11
Usa: disoccupati all’8,6%, ai minimi dal 2009.
Istat: richiesta mutui diminuiti dell’8,1%.
03/12/11
Camusso, segretaria generale della Cgil, dichiara: contrasteremo le scelte sbagliate del Governo.
04/12/11
Regali di Natale? Gli alimenti sono al primo posto, i vestiti e gli accessori al secondo e infine troviamo i libri e i dvd. Lo rivela la Coldiretti.

Ed allora  davvero dobbiamo alzarci la mattina e comportarci a seconda del valore dello spread o degli indici di borsa, degli effetti collaterali, del Pil italiano, europeo e non e di quello oltre manica? Come dimenticare, solo pochi lo rammentano, che la crisi nasce negli “States” nel 2008 e che l’Europa dopo gli Usa è stata presa di mira per le misure prese, a tutela in quest’ultimo e, che non essendoci più liquidità sono stati  attaccati dapprima-Irlanda, Portogallo e Grecia- e poi Italia, Spagna e Francia, i paesi europei più “distratti economicamente”, il cui debito notevole, in media circa 1400-1600 Miliardi di Euro, per poterne svuotare le casse. A questo punto seguire una discussione lineare non è facile per noi comuni mortali, agnostici di economia. I più specializzati e professionalizzati addirittura pensano a pagare in BTP, come nostra moneta, alcuni pensano che usciremo dall’Euro con esisti alterni, altri ancora pensano che una manovra serrata, cauta, equa e proponente misure di sviluppo sia il modo più opportuno da parte del nuovo Governo Monti di creare quelle premesse per  centrare il” Pareggio di Bilancio” e il pagamento del Debito, o meglio degli interessi sul debito e, avviare da un timido segnale di sviluppo un cambio di passo verso la crescita. La manovra, già uscita e che sarà fonte di discussione nel prossimo articolo, dovrà prevedere delle azioni che  controvertano quelli indici, in questo periodo a noi tanto ostici e, andando avanti che si possano almeno equiparare e controllare. Ma chi pagherà per questo? Le domande sono sempre le stesse…non avevano noi Italiani questo stesso debito, poco inferiore uno o due anni fa… come mai solo ora? La risposta sta molto probabilmente nel fatto che, comunque non avendo l’Europa determinata questa crisi, l’ha contratta-con i derivati-   dagli States, i quali hanno successivamente alle loro azioni politiche e, non solo loro, avviato altre di  speculazione e non solo nel rapporto Euro/Dollaro. Chi aveva  allora una certa liquidità nelle casse personali dei cittadini- sicuramente gli europei i quali una minima forma di risparmio c’è l’anno nel dna- è stato preso di mira  e soggetto al ricatto finanziario speculativo.
Mi spingo oltre questa minutissima analisi personale riferendomi ad un articolo del Corriere della Sera che aveva per titolo “ La Finanza spegne la Democrazia”. Il rapporto antico-umano del cittadino della Polis ormai non esiste più, irrimediabilmente scalzato dal potere finanziario del cittadino della Borsa, nemmeno più solo economico. La politica non ha più, o vogliamo meglio dire che gli attuali politici non hanno più la capacità di uscire con le proprie armi da questa crisi senza fine e senza precedenti. L’economia invece ha le basi, le argomentazioni ed i mezzi, la finanza l’interpretazione e le azioni. Sarà giusto che ci guidino dei tecnici …. l’amara risposta sta nei fatti quotidiani che viviamo poiché Noi ce lo siamo dati un “governo tecnico” come incompetenza della politica a risolvere e magari prevenire le criticità economiche emerse negli ultimi decenni. Lo Stato, come forma di democrazia, ha perso a favore dell’Economia e della Finanza a cui ora dobbiamo uniformarci…….. altrimenti siano fuori dai giochi.   

                                               I giorni della crisi parte 3   a cura di Natale Capodiferro


Le quotazioni di spread e titoli di borsa europei, sono sembrati in questo periodo simili ad uno schizzo impazzito con inversioni dal basso all'alto e viceversa nella stessa giornata. L'altalenare di questi dati non è certo indice di omogeneità ed equilibrio economico.
Innanzitutto è possibile osservare come al seguito di decisioni politiche e di politica economica dell’Italia e dell’Europa varino le situazioni finanziarie-economiche, ma con quale verità visto che ciò è subito contraddetto il giorno dopo o qualche ora più tardi. Le situazioni politiche che subiscono i vari paesi influenzano sicuramente il “dato” finanziario con la fiducia, ma è la situazione economica interna che purtroppo rimane stagnante in virtù di bilanci “non pareggiati”, di debito troppo alto. Potremmo dire che non c’è proprio una diretta corrispondenza proporzionale tra ciò che si fa politicamente e ciò che ne segue a livello economico finanziario.
I fattori da tenere in conto sono molti, tra cui la crescita che non c’è, la disoccupazione che aumenta al punto del non ritorno, giunta sino all’8,5%, il Pil che non migliora ma che anzi regredisce con conseguenze ancor più gravi per l’inflazione , anch’essa in aumento, che determina a sua volta un potere di acquisto, a stipendi pure bloccati, sempre minore, i Btp che vengono all’asta comperati sempre meno e per cui lo Stato dovrà pagare interessi altissimi e le conseguenti perdite delle Banche (per l’acquisto fatto appunto dei Btp stessi, che vedono i loro titoli alla borsa perdere sempre più, il Bund tedesco che avanza sempre più e crea problemi di spread anche alla Francia e alla Spagna, l’economia reale che differisce, pur incolpevole, da quella globalizzata paga anch’essa una tassa molto salata sia per le esportazioni che le importazioni, le piccole e medie imprese che chiudono per mancanza di fondi e finanziamento che le Banche non danno e altro ancora ed infine le politiche monetarie disomogenee dell’EU che non guardano all’unità bensì al proprio paese. Di quest’ultimo esempio ne è principale artefice la Germania, che pur avendo beneficiato del cambio all’Euro ed avendo oggi la migliore economia, non accetta, a detta degli specialisti, che i Bond Europei vengono emessi dalla BCE in modo unitario per tutti i paesi, poiché perderebbe, pagando con il maggior valore ottenuto, tutto ciò guadagnato a favore dei paesi più disastrati economicamente. E alla finestra vi è anche la probabile uscita dall’Euro, questa moneta perde sempre più valore in relazione alla crisi, anche perché attualmente la funzione della BCE è solo amministrativa-sanzionativa nell’equilibrio del pareggio di bilancio dei singoli paesi e non costruttiva di una economia, veramente europea, creando così gravi scompensi tra i paesi appartenenti (la BCE può dare denaro alle Banche ma non agli Stati). Questi, partners tra loro, verranno prima o poi contratti dal fenomeno: Come è già in parte successo con la Grecia in quanto sia Francia che Germania e, non solo, hanno acquistato la maggior parte dei titoli greci, che oggi però non valgono quasi nulla e, per cui anche le loro Banche risultano di gran lunga indebitate con titoli senza valore di mercato.
Ma di questa grande crisi europea del debito si sapeva anche prima, l’avevamo anche prima, perché allora si annuncia tanto così grave tale da far dire ad alcuni specialisti del settore che non c’è più “ritorno”. Molti ripetono è il “mercato”. Ma la domanda allora è…. È il mercato che fa la politica o dovrebbe, secondo un nostro giudizio, essere il contrario. In tal senso si muovono alcuni giornali economici che titolano “La Finanza spegne la Democrazia”, intendendo con ciò che “l’economia e la finanza” mondiale si sta sostituendo(se non l’hanno già fatto con i “poteri forti”) ai “governi degli uomini” e che le vicende di uno stato sono, a questo punto solo di mercato e al mercato, appunto, accedono in pochi. Pochi non è tutti, non è“democrazia”. Cosa che ci aspetta all’orizzonte vale la pena di tentare una veloce ricostruzione del probabile antefatto.
In virtù della spesa pubblica degli stati i governi hanno fatto ricorso alla spesa pubblica, aumentando il deficit dello stato a dismisura(il debito appunto sin dagli anni ’80) come base per il rilancio dei consumi; negli anni ‘ 90 nel tentativo di sostenere una crescita” e ridurre il deficit , il debito nel frattempo accumulato dagli stati e, le difficoltà a determinarsi un oggettivo azzeramento del bilancio pubblico sono stati precoci sintomi del dissesto e del comportamento “malevole” dei mercati finanziari; in quegli anni Usa e GB liberalizzando soprattutto il settore finanziario in toto hanno consentito che Banche e Finanzieri inventassero e producessero e immettessero nel mercato una grande quantità di prodotti e strumenti di gestione del debito privato. A questo però hanno avuto accesso anche le amministrazioni pubbliche locali nazionali e internazionali intendendo aprirsi al mercato e sperimentare nuovi strumenti di acquisizione del denaro. Gli Stati quindi si sono riforniti chiedendo prestiti a queste Banche e Istituti finanziari , che erano, in quel momento in grado di finanziare e soddisfare le loro richieste di consumo e, con questo, indebolendo il futuro anche delle nuove generazioni con l’indebitamento progressivo e senza certezza . Ciò ha determinato quelli che vengono chiamati grandi “asset”, il primo nel settore informatico(soprattutto in GB) e poi quello del settore immobiliare sia in Usa(prevalenetemnete) che in GB. Nel frattempo e, specie negli ultimi due decenni, l’industria Finanziaria si è conquistata un Potere Politico tale da bloccare qualsiasi riforma delle sue operazioni e delle sue decisioni. Il secondo asset, principalmente localizzato negli USA, ha provocato il crollo delle Lehman Brothers nel 2008 (si ricorda che anche i derivati delle Poste Italiane riconducevano a Lehman Brothers) dando avvio all’attuale crisi che dall’altra parte della manica si è trasferita in Europa.
Negli USA la stagnazione economica e ripartizione verso l’alto della ricchezza(è questo il dato incontrovertibile delle operazioni finanziarie) hanno prodotto forti proteste popolari, in Europa la crisi degli stati indebitati sta forse provocando la possibile uscita dall’Euro. Oggi in Europa, il rallentamento della crescita con Pil molto bassi degli Stati ha consolidato le crisi già esistenti in forma economica-finanziaria, l’ inflazione avanza serratamente e lo spettro della recessione è dietro l’angolo con tutto quello che comporta. Nazioni che vogliono ….nazioni che non vogliono…, sta di fatto che la politica non regge il passo di chi manovra effettivamente il potere e di quale ingranaggio si sia divenuto parte, non sa dare risposte, si affida, come nel caso di Grecia e Italia a Governi Tecnici, che se non smentiti, finiranno quanto prima, molto probabilmente, perché non legittimati dal popolo. Gli economisti vedono in ciò la fine del capitalismo occidentale che distribuisce la ricchezza ormai solo verso l’alto, lasciando larghe masse di cittadini indebitati, indebolendo di conseguenza quindi le istituzioni democratiche e concentrando il potere in pochi individui che dall’esterno o dall’interno della politica inducono ad atti non più riconducibili all’”amministrazioni di tutti e per tutti” e quindi “politici” ma un potere “tecnocratico“ riconducibile alla Finanza e alle speculazioni che essa offre in funzione del mercato. Non più governo degli uomini bensì governo del mercato.



L’Italia e la super casta invisibile  a cura di Giulia Mancini e Francesca Elpini

Non è vero che il contrario della democrazia sia necessariamente la dittatura. C’è almeno un altro regime: l’oligarchia. E tra i due regimi possono esserci poi varie forme intermedie.
Una di queste è quella esistente da qualche tempo in Italia. Dove ci sono da un lato un Parlamento e un governo democratici, i quali formalmente legiferano e dirigono, ma dall’altro un ceto di oligarchi, i quali, dietro le quinte delle istituzioni democratiche e sottratti di fatto a qualunque controllo reale, compiono scelte decisive, governano più o meno a loro piacere settori cruciali, gestiscono quote enormi di risorse e di potere. Essendo tentati spesso e volentieri di abusarne a fini personali.
Non si tratta solo dell’alta burocrazia dei ministeri, cioè dei direttori generali. A questi si sono aggiunti consiglieri di Stato, alti funzionari della presidenza del Consiglio, giudici delle varie magistrature, dirigenti e membri delle sempre più numerose Authority, e costituiscono ormai una sorta di vero e proprio governo ombra. Sempre pronti peraltro, come dimostra proprio il caso del governo attuale, a cercare di fare il salto in quello vero.
Se i politici sono la casta, insomma, l’oligarchia burocratico - funzionariale italiana è molto spesso la super casta. La quale prospera obbedendo scrupolosamente alla prima, ma facendo soprattutto gli affari propri. Il governo Monti ha un’agenda fittissima, si sa. Ma se tra le tante cose da fare riuscisse anche a scrivere un rigoroso codice etico per la super casta, sicuramente qualche decina di milioni di italiani gliene sarebbe grata.


Come spiegare   a cura della redazione e  natale capodiferro

Che non ci sia nemmeno il pudore di ammetterlo,  ma quello che si sta facendo e dicendo in Italia, ci sembra a dir poco pazzesco e sfiora l’assurdo e incontrollabile senso dell’intelligenza e della coerenza.
Qui tutti dicono di tutti e tutto. Ciò che prima era inviolabile e inconfutabile oggi è controvertibile. E tutto per la situazione economica..eh..già..l’avessimo creata noi…almeno potremmo sfogarci su noi stessi.
Invece disattenti della nostra intelligenza, molti politici, anche di alto livello di carica, senza riguardo alcuno gettano qua e là (in)distinte frasi e concetti, che oggi a dir la verità ci risuonano abbastanza ovvie, inerenti la gravosa situazione di qualunque istituzione, normativa, welfare e fatto politico-economico.
Ognuno con la sua brava esperienza (politica o meno) sembra avvertirci, ma solo ora, che bisogna cambiare. Sembrerà retorico allora che noi e molti di noi siano indotti interrogativamente a dire…ma dove erano prima?...perchè non hanno agito se sapevano? …perché hanno lasciato che ……?…….. perché, nonostante tutto hanno permesso di aumentare a dismisura il debito pubblico?. 
Siamo indotti quindi  a pensare che nel panorama culturale italiano ci si debba fermare e soffermarsi sulle “parole”,  e ironicamente valutare con una serie di osservazioni, unite a forti connotazioni satiriche e una certa compassionevole rabbia, lo stato reale delle “cose dette”, che qui iniziamo ad  elencare in forma di “come spiegare”:

Come spiegare alla famiglia italiana, che non arriva alla terza settimana,  che deve coniugare Stato sociale e Mercato come se facesse la spesa la alla Borsa e partecipasse, in qualche modo, agli acquisti dei BTP italiani.
Come spiegare agli sportivi(e gli italiani sono un popolo di grandi sportivi) che non ti approvano le Olimpiadi Roma 2020 perché ……ci saranno altri momenti per lo sport italiano, dimenticando forse che sport è prima di tutto “cultura” e, se investita bene,  crea risorse turistiche-economiche enormi ed un patrimonio “edilizio” nuovo, ammodernato e secondo le norme più attuali, anche della sicurezza.
Come spiegare a chi è impiegato che perderà il posto o chi deve ancora averlo che il “posto fisso” non deve essere più un dogma … perché si potrà cambiare lavoro e città con grande facilità e senza che nulla possa influire per questi cambiamenti. Ma cambiare lavoro e città non ha dei costi! Non si devono avere delle competenze nel cambiare lavoro ….. o …… tutto si impara facilmente … . La famiglia, gli affetti, le situazioni vissute per anni … cambieranno sicuramente in negativo poiché le problematiche aumenteranno.
Come spiegare che è normale inibire gli stipendi e, ancor più tagliarli … sperando che i consumi si abbassino e … perché la situazione economica lo richiede.  No!. E non si fa nulla per il mercato reale, non si cerca di abbassarne le pretese ……. ma poi, come  si potrebbe fare visto i costi(italiani) che sono alla base della realizzazione di un prodotto.
Come spiegare che le azioni che svolge il governo, anche quelle che prevedono seriamente i licenziamenti più o meno indotti, sono volte ad abbassare lo spread  e che tutto ruota intorno agli interessi che lo Stato deve pagare alle scadenze prefissate a chi ha acquistato i suoi titoli pubblici. 
Come spiegare che banche, istituti di finanziamento, assicurazioni, devono avere  campo libero e non essere piegate alla logica dei tagli e delle liberalizzazioni ……… perché senza la loro attività non ci sarebbe credito per le imprese … e, lo si sa,  se non funzionano le imprese(le piccole e medie imprese) l’Italia va allo sfascio. Peccato però che le banche, pur essendogli stati erogati un gran numero di denaro (circa 300MLD di Euro) da parte della BCE al tasso dell’1%,   non eroghino nulla. Ed è facile spiegare, agli italiani, anche, che è molto importante che con quei soldi le Banche  acquistino i Titoli Italiani affinché lo spread cali, incuranti del fatto che si stia asfissiando la piccolissima e media impresa e con questa uomini, donne, bambini, anziani e famiglie…perché è bene che non potranno avere un futuro a presto, non prima che cali lo spread però.
ironicamente  to be continued


I "Come Spiegare" parte 2^  a cura della redazione e natale capodiferro

Con un pò di chiaroveggenza questa redazione mette in luce tutti i punti salienti della diatriba politica nostrana con  i  “Come spiegare” . Che ci sia un "volere" recuperare la crisi attraverso misure riformistiche, siamo pienemente d'accordo, ma è lecito chiedersi su chi veramente gravano le nuove disposizioni, anche in materia di assunzioni e licenziamenti, in vista di quello che è stato chiamato il progetto a cui tali misure fanno riferimento, "lo sviluppo".
Ci sarà mai uno sviluppo che parta da equazioni solidali e non intacchi solo gli strati socili più deboli? Vediamo attraverso i "Come Spiegare".
Come spiegare al povero pensionato e ai nuovi pensionandi che i tagli della loro pensione e l’articolazione futura che avrà il sistema pensionistico è la BASE con cui questo governo, ed altri europei forse ne seguiranno l’esempio, sta pagando gli interessi ciclici del debito pubblico italiano e affronterà il pareggio di bilancio. Coraggiosi e virtuosi sono dunque i nostri pensionati  e a loro ci si rivolge con un sollecito e sbrigativo “doveva esser fatto”  e  con un artificio semantico che ha dell’incredibile….. “la riforma ed i tagli pensionistici sono necessari per l’adeguamento delle pensioni al target eurpoeo……… e se non si riadegua il sistema  non si sarebbero potuti pagati gli stipendi pubblici”…. fa nulla che  la maggior parte delle nazioni europee e la stessa Commissione Ue ritenevano che il nostro vecchio sistema pensionistico fosse in regola e addirittura un “sistema” da emulare.
Come spiegare a quegli italiani, a cui il futuro economico è stato tolto, che tutto costa di più a partire dall’incontrollabile prezzo della benzina, e che invece non è possibile tassare le transazioni finanziarie solo perché l’Inghilterra, con Londra, il centro  mondiale degli affari nella City, non è d’accordo. Sarebbero proprio queste transazioni, che sotto forma di acquisti-vendita di titoli pubblici ed altro investimento in genere,  la causa primaria dei default, più o meno, degli stati più a rischio. Da lì provengono gli investimenti, lì risiedono le maggiori banche e istituzioni finanziarie del mondo. Ci si spiega che nell’economia globalizzata, o meglio macroeconomia, tutto dipende dal mercato e per cui, se si vuole un futuro, o anche il semplice presente,  devi investire, in BTP italiani possibilmente, come se gli italiani mangiassero Euro e vivessero di transazioni.
Come spiegare  il Beauty Contest,   il provvedimento del vecchio governo che rilasciava  la concessione a titolo gratuito delle frequenze digitali televisive a solo due Reti, che vale miliardi di Euro, ………. lo si congela, semplicemente, per 90 giorni. Perché, così si spiega,……. bisogna studiare bene la situazione e gli effetti del vecchio decreto. Allora si preferisce utilizzare un semplice provvedimento in Consiglio dei Ministri e non magari un Decreto Legge, subito attuativo con i requisiti di necessità e urgenza, che può portare ulteriore denaro alle casse pubbliche.  Anzi, è dell’ultimora, che anche i  “nativi digitali” esistenti e futuri potranno usare il Pc solo dopo aver pagato il “canone”………e allora…….perchè mai non dovrebbero Rai e Mediaset pagare le frequenze digitali? Ebbene il decreto che “regala” e congela il Beauty “Contest” alle due reti parla assurdamente solo che  gli investimenti avrebbero portato nuovi programmi con nuove assunzioni, le spese da sostenere finanziare e per materiali-tecnologie e per lanciare il digitale in Italia con  obiettivo di far “servizio pubblico”. E  la pubblicità che nelle reti sconfina, i programmi che sembrano partiture già scritte, i servizi e i conduttori che sono gli stessi delle reti principali, le ripetizioni innumerevoli dei programmi,  dovrebbero essere, a buoni intenditori, la contropartita alla nostra cultura. Ed è bene allora …. che avvengano gratis mentre il “nativo” e l’“umano” dovranno pagarsi il canone.
Come spiegare, allo stesso modo delle pensioni, che le liberalizzazioni si sono effettuate subito su chi aveva “poco potere” o non appartenente ad alcuna casta o su Enti a partecipazione Statale …. mentre invece si sono arenate su posizioni, seppur “decretati gli emendamenti”, dei professionisti, farmacisti e notai …… ebbene ……… quest’ultimi hanno diritto a controtrodurre in quanto parte attiva dello stato. Chi non ha potuto opporsi, seppur in pieno del suo diritto, non ha nemmeno protestato e che hanno ben espresso i tabloid inglesi … con  ”mai gli italiani sono stati così tanto inglesi”, aggiungiamo da comportarsi  con savor faire pregevole. E ciò, pur suonando tanto ironico, è il prezzo che è stato pagato per essere stati coraggiosi e prendersi le proprie responsabilità … così come non stanno facendo le caste e gli ordini professionali.
 Come spiegare a questi politici  che è solo demagogia, quella che usano, controvertendo anche il linguaggio, imbrogliando ed offendendo la nostra intelligenza in una spirale di tante esclamazioni ed interrogazioni ?!?!?!.
Dicano quel che dicono sono ormai la figura retorica di un paese da loro governato in disordinato (s)fascio.
Oggi ci vuole questo e ci danno questo e ci dicono con “glù muss assutt” che non è tempo, loro decidono ed hanno il potere, noi subiamo perché non l’abbiamo. Attenzione però, questo non è il solito potere,  aggravato anche dall’assenza immane della politica dei “politici” eletti.  È un potere economico che vuole e nulla rende se non per far quadrare i suoi “conti economico-finanziari”. È  un potere non eletto, impostoci, che deve cercare di risolvere la crisi … tante volte l’abbiamo sentito dire. Ma con quali risultati ….. e come ne usciremo ….. e saremo gli stessi?.
Pian pianino insieme allo spettro della recessione ci ritroveremo con un governo decisionale(in chiave economico-finanziaria) e non politico.  Che agirà nel senso del Mercato, lasciando la Politica sul ciglio della strada a contare i numeri per approvare un provvedimento, decreto o legge che sia, senza desiderarne l’appartenenza.  Ma, allora, dov’è quel modo di far politica che, coinvolgendo i cittadini in un progetto,  intercetti un medio  “modus vivendi e agendi” di  tutti gli strati sociali, consolidando il ruolo cos’ì dello stesso cittadino.
In realtà quello che oggi è tecnocrazia si manifesta come assenza di democrazia, come un puro e semplice foglio di calcolo di excell, nella cui parte sinistra vi sono  gli “obiettivi economici di pareggio di bilancio e riduzione del debito” e nella parte destra  “i termini e i soggetti che devono pagare” e nell’ultima riga il saldo e la percentuale relativa allo spread.
to be continued  

Quando riconosceremo a ciascun uomo uguali diritti ( e non solo doveri) ?    a cura di Minchella Mara 

Il  Governo ha emanato un' altra sanatoria per gli extra comunitari anche se si tratta della possibilità data ai datori di lavoro di regolarizzare i dipendenti stranieri. Molto sono state le persone interessate, purtroppo dobbiamo, però,  registrare che le leggi approvate sono state redatte per risolvere “l'immigrazione”,  considerata  più che altro come un problema e non un momento di crescita e di sviluppo.
Già le prime leggi a partire da quella Turco-Napolitano del 1996 a quella Bossi-Fini del 2002, sono state approvate ricorrendo, principalmente, ai doveri “dovuti”, a discapito dei “diritti” che pure dovranno essere  riconosciuti come “uguali”a tutti gli altri cittadini italiani.
Il culmine si è raggiunto con la Legge Maroni, il cui Ministro, si vantava di aver praticamente bloccato e fermato gli sbarchi clandestini che avvenivano(e avvengono tutt’ora) sulle coste siciliane e di aver proibito i matrimoni a quelli che non avevano il permesso di soggiorno.
Anche l' ultimo Governo, quello tecnico di Mario Monti, ha affrontato il problema, ma anche questo ha visto l'immigrato non come  “cittadino”-magari in difficoltà-  ma come una persona da tenere sotto controllo.
Ai nostri occhi,  il risultato è questo: molti vedono gli immigrati come autori di gesta negative. Sono coinvolti negli infortuni sul lavoro, in una percentuale molto alta, e guadagnando in media molto meno dei cittadini italiani. La loro presenza fa sì che sii verifichino un aumento di prezzo degli affitti delle città in cui vivono.
Insomma per chiudere il discorso non siamo alla “ apartheid” ma, pericolosamente, siamo indirizzati, a percorre questa strada.
E quindi alla domanda, riconosceremo finalmente uguali diritti e non solo i doveri, dovremo rispondere che bisognerà aspettare uno stato di diritto più democartico in cui la politica del “contenimento” venga sopperita da quella dell’”aiuto”.



L'alterna situazione dell'Italia tra "guappo o gendarme" e il dire/fare tutto e il contrario di tutto   a cura di natale capodiferro

Guappo o gendarme. E' purtroppo il tragico dualismo che si pone nell'ampia retrospettiva della storia politica-sociale italiana. Alla logica del "furbo" si contrappone, o sarebbe meglio dire si abbina/combina, simultaneamente, quella del "difensore civico" . E, sembra inconsciamente quasi autodeterminato nel nostro dna, e non è inverosimile pensare che quell'attitudine duale si rifletta in modo antropico e antropologicamente(con una scrollata di spalle) e, semanticamente(con una tipica frase celebre,"e che ne so io!") determinando uno stato conflittuale realmente evidente da essere, per alcuni aspetti,  inconcludente. Ma che in realtà è il vero stato di "doppio". Ecco allora che il tutto può divenire il nulla e viceversa. Non è atipico nell'italiano dire/fare/agire e contraddire gli stessi concetti/atteggiamenti/produzioni di altra persona. E non è atipico "sfrustrare" la propria indole a situazioni e logiche impersonali non desiderate ma volute.
E'  da questa logica che bisogna rifuggire, ad iniziare dalla politica(partitica) e dai  politici e politicanti. Da quest'ultimi dobbiamo prendere serie distanze e valutare attentamente prendendo decisioni, oggi più che mai, coerenti e reali, visto il degrado generalizzato e l'indifferenza mostrata verso i problemi reali. Distanziandosi anche e definitivamente, da quella che era, la forza di una formazione politica, l'ideologia, che pure ha fallito, perché spesso settoriale e discriminante.
 La soluzione senza continuità, poi, con cui il dualismo, si è , ed è stato imposto, risponde alla logica gretta dell'"allegoria", così ci arriva dai salotti. L'antagonismo dell'attitudine al ragionamento/azione del "politically correct", quasi sempre viziato di circolarità e ricircolo,  contro la semplice linearità delle problematiche del cittadino/stato. Per intenderci la linearità del pensiero greco, tendente alla logica del risultato finito all'ipotesi formulata, contrapposto, appunto, al pragmatismo romano, che tendenzialmente vitupera l'aspetto di finalità per favorire quello collaterale, connesso.
Il doppio e l'uno sono in sostanza, per l'Italiano, il risultato atteso di un'unica matrice a doppia incognita che sostanzia in effetti, l'unicità delle due nel classico esempio del fronte retro di una moneta(ma la moeta è sempre unica). 
Sarebbe troppo facile trarre delle conclusioni e saltare sul carro dei vincitori, di quelli che dicono...avevo ragione..., in quanto semplice ed evidente è il collasso prodotto dal parassitismo bigotto della dualità, soprattutto in questi giorni in cui la gran parte dei nostri politici/politicanti ci beffeggia col dire la"verità", quella che, però, ci hanno taciuto per quarant'anni e più. Non facciamoci prendere  dalla loro verità, che oggi rispolverano violentemente in tutte le salse. La loro verità è quella che gli fa più comodo nel momento in cui la prescrivono .. per loro, sempre verità sarà
E questo relativismo corporativistico(poiché nessuno ne è esente) che colpisce, possibile che siamo divenuti tutti così? Che abbiamo imparato da qualcuno? O, è in noi innato. Quante volte ci si è imbattuti in individui la cui scaltrezza by-passa la cultura e l'intelligenza di un altro e tante volte sperimentato noi stessi su altri?. Non è possibile identificare, allora, ciò, come se fosse solo area della politica o del malcostume di alcuni. E' parte della nostra indole indurci ad uno stato doppio, qualche volta, a dire la verità, triplo e più. La politica si mostra come arrivo e non prodomo, specchio del nostro essere. 
Da cosa deriva? Sicuramente dalla nostra condizione storica-antropologica. Altri popoli, come quelli scandinavi e oltre, non hanno come prodotto questo dualismo, tirano diritto una linea e la permeano di significati tangibili, fisicamente ed oggettivamente riscontrabili. Altro è il nostro empirismo! Che ritorna sempre sui suoi passi, per disimpegnarsi, quasi sempre, in logica aleatoria. E come se fosse che qualcosa, e per volontà, rimanga sempre indefinita e indecisa, da potersi riprendere o staccarsene, momentaneamente. Il cerchio che si chiude e si riavvia, che ripassa e cambia e alterna, che cancella e riprende. Sembra proprio il funzionamento di un hard-disk, dove nella memoria di massa puoi pescare e ripescare nei cluster.e mantenere gli eventuali spazi "vuoti" ciò cancellato,  ma che si può, in definitiva, sempre ripristinare, con un'"undelete".
La cultura italiana è più promiscua di quanto si pensi e derivante probabilmente da quella greco-latina, dove per latina si intende quella presa a prestito dagli etruschi( e questi dai Celti) e utilizzato, depredato sarebbe più giusto, quella greca. Già l'inizio non è di buon auspicio, ma poi le orde barbariche, i turchi, i normanni, gli svevi, gli spagnoli, i francesi, i borboni, gli asburgici, i francesi ancora, i tedeschi, gli americani e, in tutto questo lasso di tempo, il clero, hanno completato la "forma" (impalcato strutturale)finale dell'italiano e la sua "forma mentis"(impalcato mentale). Quest'ultimo, come risultato, è di gran lunga più intrigante da disimpegnare, in quanto, la ratio comportamentale-cognitiva non deve essere stata sempre la stessa se l'uomo ha dovuto instaurare sempre processi "a rapporto con",  piuttosto che con la crescita sistemica e sistematica di chi, pulito, si avvia in un percorso evolutivo scevro da condizionamenti. fine parte 1^

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